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Attacchi di panico

Gli attacchi di panico si manifestano con un improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da vari sintomi somatici e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, paura di morire). Normalmente raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (di solito 10 minuti o meno).
La parola panico deriva dal dio della mitologia greca “Pan” che, comparendo all’improvviso, suscitava un terrore improvviso per poi scomparire velocemente. Le vittime rimanevano perciò intontite e non erano in grado di gestire la forte emozione negativa provata.

Attacchi di panico

Gli attacchi di panico si manifestano con un improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da vari sintomi somatici e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, paura di morire). Normalmente raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (di solito 10 minuti o meno).
La parola panico deriva dal dio della mitologia greca “Pan” che, comparendo all’improvviso, suscitava un terrore improvviso per poi scomparire velocemente. Le vittime rimanevano perciò intontite e non erano in grado di gestire la forte emozione negativa provata.

Attacchi di panico: I sintomi

Come detto in precedenza, gli attacchi di panico sono accompagnati da vari sintomi, sia di natura somatica che cognitiva. 

Attacchi di panico di natura somatica

Attacchi di panico di natura cognitiva

Ulteriori caratteristiche degli attacchi di panico

Associati ai sintomi sopra elencati, possono sussistere alcune caratteristiche che accompagnano gli attacchi di panico.

Attacchi di panico: Diagnosi e Trattamenti

Diagnosi degli attacchi di panico

Secondo il DSSM-5 per fare diagnosi di disturbo di panico devono essere soddisfatti i seguenti criteri:

  • Presenza di attacchi di panico inaspettati e ricorrenti (un solo attacco di panico non è dunque sufficiente), dei quali almeno uno seguito da un mese (o più) di preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alla conseguenze dell’attacco (ad esempio, perdere il controllo, avere un infarto cardiaco, impazzire), e seguiti da una significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi di panico.
  • Presenza o assenza di Agorafobia.
  • Gli attacchi di panico non devono essere causati dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per esempio, da abuso di una droga) o di una condizione medica generale (ad esempio, ipertiroidismo).
  • Gli attacchi di panico non devono essere meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come ad esempio la Fobia Sociale.

Trattamenti degli attacchi di panico

Secondo il modello cognitivo non è la situazione in sé a spaventare, ma il modo in cui la interpretiamo. Non sono, quindi, gli eventi a provocare quello che sentiamo, ma il modo in cui li vediamo e li gestiamo, attraverso i nostri pensieri (Beck, 2013). Il trattamento cognitivo comportamentale quindi prevede di aiutare il paziente in una serie di passi a:

  • Prestare attenzione a ciò che si prova, anche al livello delle sensazioni corporee, in un determinato momento.
  • Identificare quali sono i pensieri relativi all’emozione, il proprio dialogo interno.
  • Esercitarsi a mettere in dubbio i pensieri e le convinzioni disfunzionali.
  • Sostituire i pensieri e le convinzioni disfunzionali con pensieri più vicini alla realtà e più utili per il raggiungimento dei propri obiettivi.
  • Smettere di evitare con l’uso di tecniche comportamentali come l’esposizione enterocettiva e in vivo.
  • Prevenire le ricadute.
Uno dei protocolli più utilizzati e più studiati per il trattamento del Disturbo di Panico è quello messo a punto da Andrews. Questo protocollo si struttura secondo 7 punti (psicoeducazione, monitoraggio del panico, tecniche di gestione dell’ansia, ristrutturazione cognitiva, esposizione graduale alle situazioni, esposizione graduale alle sensazioni

fisiche, prevenzione delle ricadute) ed è stato pensato principalmente per il trattamento di gruppo. I farmaci d’elezione per il trattamento del disturbo da attacchi di panico sono gli antidepressivi e le benzodiazepine. I primi, tra cui gli inibitori della ricaptazione della serotonina (ssri), riducono gli attacchi di panico e possono essere assunti per periodi più lunghi in quanto non provocano dipendenza. Le benzodiazepine, invece, producono degli effetti ansiolitici immediati ma, a lungo termine, possono causare dipendenza e sintomi di astinenza (quindi solitamente vengono impiegati solo nella fase iniziale della cura).